lunedì 1 settembre 2008

Mediaset, azioni cause....ed effetti

30 luglio 2008 Mediaset chiede cinquecento milioni di euro a Google e Youtube per illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio e video di sua proprietà. E' l'eventuale ritorno economico che spinge la Mediaset a intraprendere questa azione legale o ci sono in ballo poteri e vantaggi che i soldi non possono comprare?
Per fare un'analisi ad ampio raggio bisogna prima di tutto chiarire alcuni termini che vengono usati come parametri per quantificare gli ascolti.Termini che spesso sentiamo in tv ma che forse non ci si è mai soffermati ad analizzare fino in fondo.
L'AUDITEL è la società "super partes" che rileva l'ascolto della televisione in Italia mediante apparecchiature elettroniche i "meter" (che possono essere dotate di sensori passivi di movimento) installate nelle abitazioni di famiglie campione. L'Auditel produce dati a pagamento che possono essere resi pubblici previo consenso dell'emittente che li ha commissionati. In funzione dei dati forniti da questa tecnologia vengono definite:
AUDIECE MEDIA o a.m. che è il numero medio espresso in migliaia dei telespettatori che seguono un determinato programma e ovviamente ricavato dal rapporto tra la somma dei telespettatori presenti in ogni minuto del programma o di un intervallo di tempo e la durata in minuti dello stesso.
SHARE o sh. che è la percentuale di telespettatori che sta seguendo un programma in un intervallo temporale rispetto al totale dei telespettatori che sta seguendo la televisone su tutte le reti in quello stesso intervallo, si calcola con il rapporto percentuale tra l'ascolto medio del programma con il totale dei telespettatori che stanno guardando la televisione in quel momento.
PENETRAZIONE che è la percentuale di quanti vedono quel determinato programma rispetto al totale della popolazione compresi quelli che non vedono la tv.
In Base a questi e altri parametri che volendo approfondire si possono trovare qui nel glossario dell'auditel, vengono pianificati investimenti pubblicitari e scelte editoriali.
Questa premessa era dovuta per poter notare come in questo elenco non viene contemplato, non esiste, un indice che identifichi il gradimento dando per scontato che chi guarda un programma televisivo condivida tutto quello che viene detto o mostrato in quel programma.
Ma quando si dice che quella trasmissione è stata seguita da tot telespettatori non necessariamente significa che quei telespettatori l'abbiano gradita quindi, questo modo di intendere il pubblico, che può sembrare un'atto di presunzione dei media, alla luce degli scrupolosi calcoli dell'auditel, assume tutti i contorni di una défaillance voluta. Come mai infatti è stato sempre trascurato un così importante parametro?
Solo oggi infatti e solo in Rai si tenta di lanciare uno strumento che fornisca un tale dato il qualitel insabbiato dalle procedure dell'Unione Europea. La verità è che fino ad un paio di anni fa questo parametro davvero non aveva ragione di esistere semplicemente perchè la maggioranza delle persone non avrebbe mai messo in dubbio qualsiasi cosa che provenisse dallo schermo televisivo. Questa fiducia cieca può essere tradotta in termini di guadagno e cioè quanto più guarderemo e ci fideremo della tv tanto più saremo convinti nel comprare i prodotti pubblicizzati delle aziende che la finanziano. La pubblicità infatti attualmente è la principale fonte di guadagno per le reti commerciali. Bisogna mettere in risalto questo aspetto per capire che la scelta e la produzione di programmi televisivi in questo sistema è strettamente legata al profitto e non al buon senso alla creatività e al diritto d'informazione. Non si ha coscienza di questo se non ci si è mai fermati a fare questo ragionamento. Quindi maggiore sarà la fiducia nelle reti Mediaset, maggiore saranno gli investimenti in pubblicità da parte dei marchi che possono permetterselo, maggiore saranno i profitti di Pubblitalia 80 del gruppo Mediaset.
Dal 2005 però sembra essere cambiato qualcosa, guardare non è più gradire ma forse i primi ad accorgersene sono stati i grossi gruppi che pur investendo lo stesso budget in pubblicità a parità di telespettatori avevano un rientro minore in termini di vendite rispetto agli anni precedenti. Questa fiducia irrazionale e leggittimazione sociale di cui parla Bettetini ha iniziato a venir meno smascherata da un enorme termine di paragone INTERNET.
Nel 2005 Forza Italia perde le elezioni e subito dopo la Fininvest finanziaria posseduta al 100% dalla famiglia Berlusconi vende una grossa parte di mediaset rimanendo comunque l'azionista di maggioranza con il 34% a fronte del precedente 51% tirando un enorme pacco agli acquirenti visto che le azioni negli anni successivi fino ad oggi avranno un progressivo e pericoloso ribasso. La scelta di vendere Mediaset può sembrare dettata dalla sconfitta politica ma arriva anche nel momento in cui le azioni sono al massimo valore annuale, reminescenze dell'impennata storica del 2000. Qualcuno sembra prevederne una successiva e pericolosa svalutazione semplicemente perchè conosce bene il leone che ha cavalcato e sfruttato fino ad ora a sua insaputa per ottenere la volata e che ora inizierà a rivoltarsi pericolosamente contro. La dimostrazione che il potere mediatico non ha prezzo sta nel fatto che la Fininvest cede solo una parte delle azioni mantenendo comunque saldamente il controllo su Mediaset e su tutti i vantaggi che ne derivano recuperando allo stesso tempo una liquidità di 2 miliardi e rotti di euro provenienti dalla vendita. Questo uno degli articoli sulla vendita e questo uno dei grafici dell'andamento azionario della Mediaset negli ultimi 5 anni ma ne trovate parecchi in internet. In questo articolo del 2006 si parla addirittura di calo di Audience.
Ma come mai la Mediaset nonostante questo calo delle azioni in questi anni non ha mai cambiato politica riproponendo programmi che spesso si sono rivelati veri e propri flop(vedi ad es.Reality circus nel 2006 chiuso anticipatamente) come mai non ha arrestato questa escaletion di reality ignorando glissando e censurando la sentenza di gran parte del pubblico andando persino contro i propri interessi economici tradendo le più elementari leggi che regolano questo mercato. La risposta sta nel duplice scopo che ha un sistema di informazione monopolizzato e cioè quello ufficiale di trarre profitto e quello ufficioso di riuscire a manipolare l'opinione pubblica fino al punto da diffondere nuove ideologie con stili di vita che portano beneficio solo a chi o coloro che le hanno prodotte.
Questi due scopi fino al 2005 erano complementari l'uno dell'altro ma il secondo, in seguito ad eventi che persino chi pensa di essere Dio non riesce a prevedere, è divenuto a pagamento e le grandi marche che, come dicevo prima si sono accorte che la pubblicità non paga più come una volta, continuano comunque a finanziare la Mediaset perchè ne condividono lo stesso fine ufficioso e quindi ne finanziano la stessa ingiusta causa quella a Youtube e google per l'appunto che rischia di tramutarsi in un vile ricatto dove il compromesso sarebbbe la censura più o meno occulta di google che non percepiresti perchè non riusciresti mai ad arrivare a blog critici come il mio.
Ancora più interessante sarà studiare e capire quali tecniche sono state usate a nostra insaputa in questi anni per omologare il pensiero della massa e ottenerne una completa irrazionale fiducia.

Nessun commento: