venerdì 19 settembre 2008

Rischi di finire in tv

A volte ci si rende conto che cio che si contesta si va delineando enormemente più grande di quanto ci si aspettava tanto da esserci immersi dentro solo perchè negli anni non abbiamo più manifestato, quando era necessario, la volontà di starne fuori alimentando l'assenso del silenzio tanto che chi denuncia un disagio sociale e prova a ricercarne le cause, nel tentare di utilizzare i più diffusi mezzi di comunicazione per discuterne, rischia di finirne inaspettatamente sopraffatto. Chi ha l'ultima parola in tv ha capito che estromettendo volutamente determinate figure scomode a coloro che proteggono un sistema, si rischia di alimentare il dubbio e leggittimarne il sospetto. Allora una soluzione migliore è quella di riproporre il fenomeno lontano dal suo contesto originale ridimensionandolo approfittando della posizione dominante del presentatore in uno studio televisivo troppo blindato dal mondo esterno a differenza di un concerto o esibizione dal vivo. Intento sventato da Fabri Fibra che ha difeso bene la sua posizione durante tutto il periodo dell'intervista ma sarà così anche negli altri incontri che Bonolis si augura di avere ?

mercoledì 17 settembre 2008

Matrioska

Se oggi abbiamo la sensazione di guardare sempre le stesse cose in tv forse in gran parte è così. Sembrerebbe esserci una carenza di argomenti dall'altra parte dello schermo se nei numerosi programmi si è costretti a pubblicizzarne altri come in una intramontabile matrioska che ne nasconde altre tutte vuote. Allora capita di sentire in "quelli che il calcio" una voce fuori campo che con la scusa della parodia ricorda il comitato dei "fatti vostri" mentre in studio si prepara l'avvento dell' Isola dei famosi mostrando i filmati dei prossimi concorrenti che con il calcio centrano ben poco. Non da meno il goliardico tg Studio Aperto che ci tiene informati sul gossip stile "Lucignolo" per non contare la cara vecchia "Buona domenica" cassa di risonanza per "amici" e "uomini e donne" e così via.
Si utilizzano programmi talvolta più seguiti per riportare l'attenzione del pubblico su altri forse in quel momento meno graditi sponsorizzandoli senza lasciare il beneficio del dubbio e mettendo in evidenza la presunzione di una tv compatta speculare e ingessata che enfatizza ed esalta se stessa in una spirale senza fine.
Non volete guardare una trasmissione impossibile vi braccano sugli altri canali.
Ma quando questo non basta e la polemica incalza la tv fa di più ripropone il passato di se stessa facendolo apparire tutto sommato non tanto diverso dal presente sfruttando oggi l'affetto del pubblico ad una tv di altri tempi. Interessante sarà notare se questo è il caso di " I migliori anni" uno dei programmi con cui si aprirà la nuova stagione televisiva della RAI o di "tutti pazzi per mary" ops!! strano lapsus volevo dire per "la tele" sarà che sono stato influenzato dalle innumerevoli volte che l'omonimo film è andato in onda. Strano se si suol dire "il titolo è tutto un programma" quello del format originale francese "i figli della tele" (les enfants de la télé) ne da un senso completamente diverso da quello italiano.
D'altronde mi sfugge l'esigenza del programma "Veline" di mostrare provini di ragazze ancora sconosciute e che quindi non evocano nessun ricordo. Forse questo nasce dalla necessità degli autori di smontare le critiche riguardanti eventuali agevolazioni nella carriera di certe ragazze. In qualsiasi modo la si intenda questà è comunque una politica persuasiva che non tiene troppo conto dei gusti e delle pretese degli spettatori. La tv quando non piace ripiega su se stessa nascondendo un distacco con il pubblico che è andato accentuandosi negli anni a causa di un eccessiva "moderazione" o totale assenza delle telefonate da casa, della crescente rarità di programmi in diretta, di figuranti che speculano sul loro libero arbitrio, di platee pagate e dirette dai capoclaque. Si promuove un prodotto confezionato con precisi messaggi prestabiliti spacciandolo per spontaneo e largamente condiviso.
La tv è diventata lo specchio di se stessa e non dell'Italia.
Non da meno è il tg satirico "Striscia la notizia" che se a molti appare come la rivalsa della parte più indifesa della società è comunque funzionle al sistema quando si limita a schernire e minimizzare i personaggi politici e televisivi sminuendone azioni e responsabilità evitando di andare oltre in questi casì e fine in fondo in altri quando è fin troppo semplice e conveniente.
In effetti toccherebe sapere da quanto tempo erano partite le denuncie alle autorità del caso "Vanna Marchi" per capire se i problemi in Italia vengono risolti solo quando un programma decide di metterli in risalto. Quello che è sbagliato e che magari passi il concetto che le denuncie vanno fatte a Striscia piuttosto che pretendere l'efficienza delle forze dell'ordine.
Oggi criticare la tv diventa difficile perchè a parte internet è l'unico mezzo per condividere la stessa realtà e quindi in qualche modo ci unisce d'altronde pensare che tutto quello che passa sia creato solo nel nostro interesse sarebbe pericolosamente ingenuo.

martedì 9 settembre 2008

La realtà è Matrix

Se la realtà è Matrix allora proviamo ad uscirne.
Quando si dice mostrare per nascondere non è a caso e non a caso l'ho ricordato in questo post.
Nella puntata del programma Matrix condotto da Enrico Mentana intitolata "Le truffe al tempo di internet" e trasmessa il 27 agosto 2008, che potete guardare qui non so ancora fino a quando, non si vuole demonizzare la rete ma se ne evidenziano solo le truffe. All'inizio vengono citati 6 casi in 6 anni diversi ma non si capisce se sono tutti o solo una parte. Sembrerebbero essere gli unici visto che uno di questi, il caso di Carlo Rao, si ripropone dopo due settimane qui nel tg 5 della sera( poco dopo la metà). Invitare poi un avvocato truffato in studio esalta l'entità della truffa e del mezzo. In seguito tutti gli altri casi che vengono citati sono trattati in modo velleitario e senza dati alla mano. Ma non stanno demonizzando la rete specialmente se in studio ci sono i rappresentanti di telefono blu e adiconsum. Di ebay poi si cita un caso anonimo senza mensionare il sistema dei feedback che regola la scelta delle aste e degli acquisti con il quale la sedicente vittima avrebbe potuto dubitare. Nel 5° filmato PERO' lo dicono la rete non è una giungla anche Mentana interrompe prima del PERO' e lo dice: "il mezzo più trasparente per fare transazioni e internet" PERO' bisogna IMPORRE a chi ha servizi su internet di fare una corretta informazione ci vorrebbe un bollino da parte delle istituzioni qualcosa che identifichi che quel sito "si stà comportando bene". Questa volta il pretesto per censurare la rete è la truffa ci siamo arrivati. A questo punto spuntano i dati statistici montati prima del commento delle forze dell'ordine. Ora vi chiedo guardate il filmato 6 almeno fino alla metà.
Fatto?
Non barate !!!
Sono grandi numeri l'avreste mai detto? No?
Fate bene perchè considerando che gli utenti internet si aggirino sui 15 milioni forse di più negli ultimi mesi quel milione di TENTATIVI di frode diventano il 7% e le 11000 denunce diventano lo 0,073% in cinque mesi. Mi viene il dubbio quindi che tutto sommato essere truffati in internet non é più rischioso che esserlo camminando per strada.
Sia chiaro che provo profondo rispetto e solidarietà per le persone truffate ma sfruttare la loro storia solo per infangare la rete sarebbe come truffarle una seconda volta.
Continuando nella visione c'è la solita tv che enfatizza se stessa e che merità un post a parte e Dulcis in fundo troviamo la promozione della moneta elettronica che chi sa perchè a differenza della sua cugina internet è sicura. Mentana parla tanto di truffe in internet ma ci spiegasse che cos' era THE BOX GAME su Italia uno. Commentare la puntata ulteriormente a questo punto è superfluo basti pensare al periodo sospetto in cui è andata in onda.
Volevo comunque lanciare un video di risposta al signor Matrix con la puntata del 15-01-08' quando ha tappato la bocca ad un ingegnere tra la folla che provava a spiegare i motivi della protesta contro le nuove discariche. Forse se avesse avuto i capelli biondi avrebbe avuto più successo.
I video sono qui e sono il 7,8,9. della puntata.
Perchè i napoletani non hanno fatto mai niente per fermare tutto questo?
La risposta stà in una puntata mai trasmessa ma che Mentana in chiusura aveva promesso di farlo.

lunedì 8 settembre 2008

Diritto a pagamento

Oggi vedere e gratuito contestare e criticare diventa a pagamento. Rividieo insieme all'azione legale intrapresa contro Youtube rappresentano uno dei grandi esempi di ingegneria della censura. Ogni volta che si parla di questo si pensa chi sa perchè solo all'omissione di notizie scottanti nei tg o alla disinformazione in generale senza focalizzare l'attenzione su quello che passa piuttosto che su quello che viene censurato.
Oggi il potere di certe trasmissioni televisive sta nello sfruttare l'affezione del pubblico per poterlo manipolare senza che se ne accorga spingendolo ad ideologizzare figure assolutamente terrene che non appaiono tali perchè si nega la possibilità di criticarle in un contesto che sia diverso da quello del jet set. Così oggi i soli amici sono quelli di Maria che si sfidano per raggiungere la celebrità, non denunciamo più niente alle autorità perchè sono talmente efficienti nelle fiction che ci pensano loro in automatico, l'uomo discende dalla scimmia perchè qualcuno ne ha fatto un target e così via siamo tutti insomma convinti di non dover pensare a nulla perchè c'è gia qualcuno che lo sta facendo per noi forti della convinzione che sappiamo tutto quello che c'e da sapere.
Sbagliato, rivideo ne è la prova.
Vi siete chiesti perchè se una tv è gratuita e quindi ugualmente pubblica rivederla dovrebbe essere a pagamento?
Perchè così non puoi criticarla successivamente in un'altro contesto che pur si rivolge ad un gran numero di persone caricando i filmati ad esempio su Youtube e annientando la leggittimazione sociale di cui gode. Rividieo probabilmente non caverà un soldo dagli utenti della rete ma è nata e sarà usata come pretesto per intimidire o addirittura far causa a chiunque carichi filmati mediaset sulla rete e per giustificare la perdita economica che altrimenti non si spiegerebbe per una Tv GRATUITA. Ricordate che una società che guadagna in media 50000 euro per 30 sec. di pubblicità non perde tempo con espedienti del genere per far soldi.
Youtube ha fatto comodo fino a quando si usava per apprezzare ma ora che viene usata per criticare è diventata un problema. Questo la dice lunga sulla serietà di chi organizza i palinsesti e sceglie cosa trasmettere se ha paura del giudizio del pubblico. Ci hanno sempre detto se non vi piace quello che guardate cambiate canale ora che l'abbiamo fatto preferiscono censurare invece di cambiare modo di fare tv. Come mai?

venerdì 5 settembre 2008

Disinformazione gratuita

La sensazione che ci sia un fronte comune nella causa a Youtube sta nel fatto che l'attacco viene portato avanti anche mediaticamente e su altre reti che almeno sulla carta non risultano essere di proprietà Mediaset. Lo stesso fronte che oggi non permette all'opinione pubblica di capire, indignarsi, contestare e reagire.
Nel primo servizio montato nel filmato qui sotto, l'assenza di una controparte che metta in dubbio la personalissima visione di internet dello scrittore Carlo Formenti avvallata dalla figura autorevole del presentatore Gianni Riotta, che per essere veramente "superpartes" dovrebbe esimersi dar lasciar trasparire il proprio parere sulla notizia per non abusare della sua credibilità, da l'impressione ai meno informati o non conoscitori della rete che quel parere sia condiviso da gran parte del pubblico e che si avvicini di gran lunga alla realtà. Impresa piu difficile quando si affronta la gente faccia a faccia in una conferenza stampa dove il nervosismo tipico di chi è costretto a mentire ed omettere genera strani lapsus come nel secondo servizio.
Video tratto da Generazione V

Il mio blog è una di quelle "nicchie" di cui parla Formenti ma come si vede sono ancora vivo tanto da comunicare utilizzando il filmato di un'altra "nicchia" della quale ho condiviso lo stesso modo di vedere alcune cose in assoluta libertà.
Il fronte sembra allargarsi anche ad alcuni giornalini "regalati" all'alba nella capitale dove il 2-9-2008 si poteva leggere:
Roma, "ragazzi bene bombaroli per noia a lezione su Youtube"
Roma, "si annoiavano e volevano finire su you tube"
E' triste pensare come certo "giornalismo" di oggi strumentalizzi il malessere sociale dei propri figli invece di indagare su che cosa l'abbia realmente generato. Su Youtube non ci si può finire semplicemente perchè non c'e nessuno che decide per tutti quali video caricare o vedere c'e solo il giudizio della rete attraverso i click e i commenti che fino a quel giorno era stato estremamente chiaro.
Si attribbuiscono insomma a Youtube responsabilità che vigliaccamente scaricano altri con il solo scopo di screditare internet.


mercoledì 3 settembre 2008

Censura di rete

Tratto dal canale AZIONEPREVENTIVA di Youtube

lunedì 1 settembre 2008

Mediaset, azioni cause....ed effetti

30 luglio 2008 Mediaset chiede cinquecento milioni di euro a Google e Youtube per illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio e video di sua proprietà. E' l'eventuale ritorno economico che spinge la Mediaset a intraprendere questa azione legale o ci sono in ballo poteri e vantaggi che i soldi non possono comprare?
Per fare un'analisi ad ampio raggio bisogna prima di tutto chiarire alcuni termini che vengono usati come parametri per quantificare gli ascolti.Termini che spesso sentiamo in tv ma che forse non ci si è mai soffermati ad analizzare fino in fondo.
L'AUDITEL è la società "super partes" che rileva l'ascolto della televisione in Italia mediante apparecchiature elettroniche i "meter" (che possono essere dotate di sensori passivi di movimento) installate nelle abitazioni di famiglie campione. L'Auditel produce dati a pagamento che possono essere resi pubblici previo consenso dell'emittente che li ha commissionati. In funzione dei dati forniti da questa tecnologia vengono definite:
AUDIECE MEDIA o a.m. che è il numero medio espresso in migliaia dei telespettatori che seguono un determinato programma e ovviamente ricavato dal rapporto tra la somma dei telespettatori presenti in ogni minuto del programma o di un intervallo di tempo e la durata in minuti dello stesso.
SHARE o sh. che è la percentuale di telespettatori che sta seguendo un programma in un intervallo temporale rispetto al totale dei telespettatori che sta seguendo la televisone su tutte le reti in quello stesso intervallo, si calcola con il rapporto percentuale tra l'ascolto medio del programma con il totale dei telespettatori che stanno guardando la televisione in quel momento.
PENETRAZIONE che è la percentuale di quanti vedono quel determinato programma rispetto al totale della popolazione compresi quelli che non vedono la tv.
In Base a questi e altri parametri che volendo approfondire si possono trovare qui nel glossario dell'auditel, vengono pianificati investimenti pubblicitari e scelte editoriali.
Questa premessa era dovuta per poter notare come in questo elenco non viene contemplato, non esiste, un indice che identifichi il gradimento dando per scontato che chi guarda un programma televisivo condivida tutto quello che viene detto o mostrato in quel programma.
Ma quando si dice che quella trasmissione è stata seguita da tot telespettatori non necessariamente significa che quei telespettatori l'abbiano gradita quindi, questo modo di intendere il pubblico, che può sembrare un'atto di presunzione dei media, alla luce degli scrupolosi calcoli dell'auditel, assume tutti i contorni di una défaillance voluta. Come mai infatti è stato sempre trascurato un così importante parametro?
Solo oggi infatti e solo in Rai si tenta di lanciare uno strumento che fornisca un tale dato il qualitel insabbiato dalle procedure dell'Unione Europea. La verità è che fino ad un paio di anni fa questo parametro davvero non aveva ragione di esistere semplicemente perchè la maggioranza delle persone non avrebbe mai messo in dubbio qualsiasi cosa che provenisse dallo schermo televisivo. Questa fiducia cieca può essere tradotta in termini di guadagno e cioè quanto più guarderemo e ci fideremo della tv tanto più saremo convinti nel comprare i prodotti pubblicizzati delle aziende che la finanziano. La pubblicità infatti attualmente è la principale fonte di guadagno per le reti commerciali. Bisogna mettere in risalto questo aspetto per capire che la scelta e la produzione di programmi televisivi in questo sistema è strettamente legata al profitto e non al buon senso alla creatività e al diritto d'informazione. Non si ha coscienza di questo se non ci si è mai fermati a fare questo ragionamento. Quindi maggiore sarà la fiducia nelle reti Mediaset, maggiore saranno gli investimenti in pubblicità da parte dei marchi che possono permetterselo, maggiore saranno i profitti di Pubblitalia 80 del gruppo Mediaset.
Dal 2005 però sembra essere cambiato qualcosa, guardare non è più gradire ma forse i primi ad accorgersene sono stati i grossi gruppi che pur investendo lo stesso budget in pubblicità a parità di telespettatori avevano un rientro minore in termini di vendite rispetto agli anni precedenti. Questa fiducia irrazionale e leggittimazione sociale di cui parla Bettetini ha iniziato a venir meno smascherata da un enorme termine di paragone INTERNET.
Nel 2005 Forza Italia perde le elezioni e subito dopo la Fininvest finanziaria posseduta al 100% dalla famiglia Berlusconi vende una grossa parte di mediaset rimanendo comunque l'azionista di maggioranza con il 34% a fronte del precedente 51% tirando un enorme pacco agli acquirenti visto che le azioni negli anni successivi fino ad oggi avranno un progressivo e pericoloso ribasso. La scelta di vendere Mediaset può sembrare dettata dalla sconfitta politica ma arriva anche nel momento in cui le azioni sono al massimo valore annuale, reminescenze dell'impennata storica del 2000. Qualcuno sembra prevederne una successiva e pericolosa svalutazione semplicemente perchè conosce bene il leone che ha cavalcato e sfruttato fino ad ora a sua insaputa per ottenere la volata e che ora inizierà a rivoltarsi pericolosamente contro. La dimostrazione che il potere mediatico non ha prezzo sta nel fatto che la Fininvest cede solo una parte delle azioni mantenendo comunque saldamente il controllo su Mediaset e su tutti i vantaggi che ne derivano recuperando allo stesso tempo una liquidità di 2 miliardi e rotti di euro provenienti dalla vendita. Questo uno degli articoli sulla vendita e questo uno dei grafici dell'andamento azionario della Mediaset negli ultimi 5 anni ma ne trovate parecchi in internet. In questo articolo del 2006 si parla addirittura di calo di Audience.
Ma come mai la Mediaset nonostante questo calo delle azioni in questi anni non ha mai cambiato politica riproponendo programmi che spesso si sono rivelati veri e propri flop(vedi ad es.Reality circus nel 2006 chiuso anticipatamente) come mai non ha arrestato questa escaletion di reality ignorando glissando e censurando la sentenza di gran parte del pubblico andando persino contro i propri interessi economici tradendo le più elementari leggi che regolano questo mercato. La risposta sta nel duplice scopo che ha un sistema di informazione monopolizzato e cioè quello ufficiale di trarre profitto e quello ufficioso di riuscire a manipolare l'opinione pubblica fino al punto da diffondere nuove ideologie con stili di vita che portano beneficio solo a chi o coloro che le hanno prodotte.
Questi due scopi fino al 2005 erano complementari l'uno dell'altro ma il secondo, in seguito ad eventi che persino chi pensa di essere Dio non riesce a prevedere, è divenuto a pagamento e le grandi marche che, come dicevo prima si sono accorte che la pubblicità non paga più come una volta, continuano comunque a finanziare la Mediaset perchè ne condividono lo stesso fine ufficioso e quindi ne finanziano la stessa ingiusta causa quella a Youtube e google per l'appunto che rischia di tramutarsi in un vile ricatto dove il compromesso sarebbbe la censura più o meno occulta di google che non percepiresti perchè non riusciresti mai ad arrivare a blog critici come il mio.
Ancora più interessante sarà studiare e capire quali tecniche sono state usate a nostra insaputa in questi anni per omologare il pensiero della massa e ottenerne una completa irrazionale fiducia.