giovedì 31 gennaio 2013

The impossible

Ho provato a seguire il consiglio di chi suggerisce di andare al cinema di tanto in tanto ma non ci sono riuscito. E' stato il cinema a venire da me. Precisamente una sola produzione cinematografica che in questi giorni sembra abbia letteralmente rubato visibilità a tutte le altre con l'anteprima di "The impossible" di  Juan Antonio Bayona 2012
Di impossibile per me c'è solo una cosa il fatto che ci si spinga a tale arroganza nella rappresentazione della realtà.
L'ennesima deficiente incoscienza di chi esaspera un'ideale sofferenza strumentalizzando chi l'ha provata davvero.
La trama del film è evidentemente riferita al tragico evento verificatosi nel golfo del Bengala il 26 dicembre 2004 ma riscritta attraverso la storia di una famiglia che diciamo così non ha proprio i tratti somatici tipici delle popolazioni asiatiche del luogo.
E' come se ad esempio in un film ispirato al terremoto dell'Aquila nel 2009 si utilizzasse la storia di una famiglia eschimese che era li in vacanza. Quello che dovrebbe essere un tributo al coraggio diventerebbe un'offesa alla nostra intelligenza e alle migliaia di persone e di luoghi che hanno subito quei tragici eventi.
Se ancora trovate pregiudizievole il fatto che io abbia collegato in qualche modo due eventi catastrofici che in teoria, dovrebbero essere del tutto naturali ed estranei uno dall'altro, i più impulsivi si risparmino questa critica perché sarebbero costretti a farla anche al film quando si racconta del Giappone come  luogo di lavoro di uno dei protagonisti. Un'associazione quantomeno singolare  visto che si cita l'ennesimo paese di recente colpito da un'altro tragico evento tellurico.
Non ho visto ancora il film che uscirà solo oggi ma dalle recensioni e dal trailer ampiamente sponsorizzato mi sembra di capire che della famiglia attraverso la quale si racconta la catastrofe non è ben specificata l'origine geografica . Si potrebbe azzardare che sia spagnola visto l'origine del regista ma a questo punto mi si incrociano gli occhi e mi verrebbe da pensare che questa è la famiglia tipica del nuovo ordine mondiale.
Veniamo infatti al nome della protagonista che a questo punto sta già facendo sorridere chi è affezionato al mio blog. Il nome infatti è una novità assoluta, una trovata originale, una ventata di freschezza, un'invenzione geniale, non ridete dai è di cattivo gusto, siete pronti per questa inedita icona ? Ebbene si tanto per non cambiare la protagonista si chiama Maria.
Ora è chiaro che quando mi riferivo alla madre celeste non era ad una biondina che indossa una camicia di quel colore o all'interprete di un film, alla testimonial di un prodotto alimentare per bambini o di un yogurt per cacare.
Spero sia superfluo ribadirlo.
Esprimendoci spontaneamente e con molta onestà si può pensare a questo film come all'intento di allontanare la certezza che la persona idealmente collegata all'aspetto della protagonista possa essere implicata in eventuali manipolazioni artificiali e occulte di eventi geoclimatici.
Inoltre stimola di nuovo quella visione romantica del lui e lei con la quale tanti ancora si trastullano.
Figura retorica che si vuole a tutti i costi imporre alla realtà.
Dal mio punto di vista questo film è la prova del 9, il prodotto di chi ha la coda di paglia.
E' la carnefice che si finge vittima ed è serva lasciva del nuovo ordine mondiale.