martedì 31 maggio 2011

Post irraggiungibile

Pubblicato il 31 maggio visibile il 3 giugno


Ho lasciato per un po' di tempo questo post senza titolo e senza contenuti proprio per dare la sensazione di cosa potrebbe accadere se venisse attuata la nuova delibera 668/2010 dell'agcom che trovate sul sito.
La delibera vera e propria è l'allegato b.
Ed il mio è solo un post all'interno di un blog mentre questa delibera permetterà all'agcom addirittura di inibire o cancellare un'intero sito all'interno di internet.
La delibera è una diretta conseguenza dell'indagine conoscitiva sul tema "il diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica"
Anche questa la trovate sul sito dell'agcom a questo indirizzo.
Nell'introduzione viene preso in considerazione il fenomeno della pirateria derivante da download peer-to peer e streaming ma assolutamente nel campo delle ipotesi visto che si afferma che "l'Autorità ad oggi non dispone dei dati sulle diverse tipologie di traffico".
Anche la proiezione dello sviluppo di tale fenomeno come conseguenza dell'aumento di disponibilità di banda avviene quindi nel campo del condizionale ed entra in forte contraddizione con lo studio effettuato sul traffico mondiale dal 2007 al 2009 che dimostra come il fenomeno P2P sia in diminuzione.
Ma perché si attribuisce questa diminuzione allo sviluppo del mercato "Legale" termine del quale si fa uso con un'interpretazione del tutto soggettiva.
Allora bisogna ribadire che scambiare file con altri utenti non è illegale come non lo è comunicare con gli altri e che quindi il libero accesso ad internet è un diritto esercitato all'interno della normativa a tutela della privacy verso il quale non si può attuare nessuna misura di contrasto.
La diminuzione del fenomeno può essere benissimo attribuita ad altre cause dando per scontato che nello scambio tutti i file siano protetti dal diritto d'autore e che riguardino una produzione culturale strettamente attuale e commerciale.
Come al solito bisogna vedere quello che è stato perché sono anni che la gente utilizza questo strumento.
La diminuzione può essere dovuta ad esempio ad una saturazione delle mercato, l'offerta supera la domanda proprio perché la produzione di contenuti audio visivi è tale che perde il suo valore intrinseco e in più ci si è resi conto che per vedere un tera di contenuti non basterebbero 2 vite considerando che le piattaforme di intrattenimento si sono moltiplicate in maniera esponenziale mentre un giorno rimane sempre di 24 ore e le cose da fare sono sempre di più.
Attualmente ci sono sul mercato tre console di videogiochi centinaia di canali tra satellitari e digitale terrestre, radio, cinema e teatro.
Altra ipotesi è che si sia perso parte dell'interesse e fiducia verso l'attuale produzione culturale audio video e cioè che la gente non ci si rispecchi più, insomma che non piaccia, tanto da spingere a produrre contenuti generati dagli utenti "user generated content".
Il fatto quindi che un utente non scarichi più file tramite p2p non significa necessariamente che li compri "legalmente" in internet.
Ma questa mole di dati scambiati tramite p2p ha portato un danno sostanziale e determinante agli autori ?
Questo in effetti non viene mai quantificato dai diretti interessati ma spesso sono enti copertine e società a parlare per loro.
Tra gli autori e il pubblico ragionevolmente dovrebbe esserci un rapporto il più diretto e trasparente possibile e i canali di distribuzione e le società per lo sfruttamento dei diritti, anche se agiscono col presupposto di assolvere a questo compito, facendo da filtro, possono finire per distorcere questo rapporto orientando i contenuti all'origine delle opere o ricontestualizzandole fino a lasciar prendere il sopravvento ad interessi economici e politici piuttosto che alla semplice ispirazione artistica.
Il vero produttore è l'autore tanto che numerose iniziano ad essere le esperienze di finanziamento diretto tra chi utilizza l'opera e chi la crea.
Il pere to peer è un prodotto della rete e riguarda gli utenti della rete che mai sarebbero stati raggiunti come pubblico se non ci fosse stato internet. Non dimentichiamo poi la pubblicità gratuita che lo scambio di file produce a beneficio delle novità.
Abusi forse ci sono stati quando si è fatto lucro sui file condivisi ma attualmente l'urgenza non sembra sia tale da giustificare questa impellente priorità dell'AGCOM di vigilare sui diritti d'autore in internet.
Sempre nell'introduzione dello stesso documento si dichiara che "dall'analisi svolta nel presente lavoro (in particolare nel capitolo 1) emerge chiaramente la piena competenza dell'autorità in materia di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica". L'analisi è svolta sempre dall'agcom ed è quasi autoreferenziale.
Leggendo quindi il capitolo 1 (e mi è bastato) emerge invece a mio parere che l'ottica in cui è inquadrato internet come media non ha un minimo di cognizione. Le opere in internet dove iniziano e dove finiscono. Un blog è un'opera? Un'immagine è un opera? Un logo è un'opera? un video è un'opera? Un sito è un'opera? Una opinione è un'opera? Un insieme di suoni è un'opera?
La risposta è si ma chi le inserisce in internet lo fa con la consapevolezza di condividerle e sottoporle a critiche che potrebbero anche rafforzarle e sono idee in continuo cambiamento espresse in forme nuove ed è sostanzialmente comunicazione tra più persone con lo stesso potere di trasmissione.
Tutelare il copyright in internet giusto ma chi lo ha chiesto?
Gli utenti della rete? Per fare cosa per ricevere un euro per i video dell'infanzia e poi non poter nemmeno accennare ad un fatto di cronaca.
Questo non è un bussines è una truffa.
Ognuno usa internet a modo suo ma tutti con la consapevolezza che è uno spazio pubblico con i diritti e le conseguenze che ne derivano.
Il fatto che già ci sia una legge la N° 22 del 1941 per la protezione del diritto d'autore mette in discussione la competenza in merito dell'AGCOM della quale non si capisce l'esigenza impellente di questo controllo.
Dietro ogni legge c'è una specifica ispirazione che comprende ideali, principi e una idea di coesione di uno stato e nella legge sul diritto d'autore il principio è quello di salvaguardare le opere dell'ingegno ma senza per questo impedire alla gente di esprimersi e comunicare in definitiva senza impedire alla gente di interagire.
In internet ogni utente è autore della propria opera e contemporaneamente pubblico di quella altrui e ponendoci tutti sullo stesso piano l'individuazione e la tutela del copyright diventa relativa.
La delibera 668/2010 intitolata :
"Lineamenti di provvedimento concernente l'esercizio delle competenze dell'autorità nell'attività di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica".
prevede un sistema di cancellazione e inibizione di siti internet sospettati di violare il diritto d'autore.
E' chiaro che l'interesse in questo controllo è maggiore da parte delle realtà che sono al di fuori di internet e non viceversa e anche se questo non basta è la modalità del sospetto che priva l'AGCOM del suo ruolo di superpartes.
Se il sospetto fosse una prova allora quanti nomi avrei potuto fare nel mio blog.
Questa delibera costituisce un fatto grave perché include anche siti privati e blog senza fini di lucro espressamente esclusi dal decreto romani del marzo 2010.
Trovate tutte le informazioni nelle faq del sitononraggiungibile dove potrete anche firmare la petizione.
Criticare l'agcom dopo le sanzioni ai tg per la sovraesposizione di Silvio Berlusconi in campagna elettorale avrebbe potuto dare l'impressione di condividere le idee politiche del premier e spero davvero che chi legge il mio blog non cada mai in questo tipo di equivoci.
Ma assodato che non scrivo per motivi politici e considerando che in merito all'Agcom mi ero in passato già espresso con questo post volevo approfittare per sottoporre un quesito al suo presidente Corrado Calabrò.
Il fatto che ad un leader politico venga riservato uno spazio mediatico così ampio è grave ed è stato fortunatamente sanzionato anche se con effetti economici che ricadranno indirettamente sugli abbonati, ma se la cosa accade in maniera occulta, clandestina e in maniera subliminale non è più grave?
Se nelle pubblicità di una mozzarella, di un cewingum, di un prosciutto, di una scopa a vapore di attrezzi per la palestra di uno e più profumi etc etc, in programmi televisivi nei tg nella programmazione dei film di tutte le reti principali di questo pese, tutti i santi giorni viene mostrata sempre una stessa icona di donna distinguibile dallo stesso colore e spesso taglio di capelli un problema c'è o no.
Ogni tanto faccia un po' di zapping e noterà che in determinate ore su molte reti le più diffuse la visione di questi'icona è evidente e massiccia anche sottolineata con la ripetizione del nome Maria mediante la scelta di ospiti, storie, inviati giornalistici o giornaliste in studio senza contare altri strumenti occulti come anteporre gli aggettivi al soggetto tanto da dare l'idea che si riferiscano ad un'altra persona sempre la stessa.
Se è vietata dal vostro regolamento la pubblicità subliminale di oggetti, quella di una persona è leale?
Potrebbe spendere un po' di soldi anche per effettuare un'indagine conoscitiva in merito a questo visto che in maniera occulta si può diffondere anche un'idea e se già sono anni che vengono usate queste tecniche che idea è stata diffusa nella testa della gente.
Se la calunnia è il tradimento dell'identità di un uomo, la calunnia della realtà non è un po' come tradire se stessi ?
Tutto questo sta traboccando dalla tv tanto da riversarsi in internet per poi produrre effetti come questo.


Non è importante dove fosse collocata questa immagine sulla rete, io così l'ho decontestualizzata, ma se nella testa della gente quel big jim corrisponde ad una persona reale allora qui c'è un problema e grosso direi.
Non è arrivato il momento di tracciare un'dentikit di questa icona di chiarire chi è che potere e ruolo ha questa bionda dai capelli lisci. Questa barbie insomma.
Come si fa a parlare di consumi di libertà fondamentali se questo argomento non viene mai affrontato?

martedì 3 maggio 2011