domenica 7 febbraio 2016

I nuovi mostri

Proviamo a mantenere un sano atteggiamento critico rispetto alla realtà che percepiamo, gran parte costruita dai servizi e notizie diffuse dall’attuale sistema mediatico.
Quello che propongo in questo post è una sorta di gossip al contrario, un pettegolezzo costruttivo necessario per evitare l’accettazione di fatti e comportamenti solo per  continuare a godere dell’affettività verso certi programmi.
Vado a ripercorrere, lasciandoli a disposizione quindi nel mio blog, alcuni episodi della tv che troppo in fretta sono stati incalzati, soppiantati e sopraffatti dalle altre notizie tanto da lasciare un ricordo molto labile nella nostra memoria.
Era nell’aprile  dell’anno scorso quando in una puntata di “Striscia la notizia” veniva dato l’annuncio della sospensione dal programma dei due inviati pugliesi Fabio Di Nunzio e Domenico De Pasquale in arte Fabio e Mingo.
Ben presto si capisce che la decisione era stata presa in base alla scoperta di due servizi falsi da loro realizzati in cui i soggetti autori di truffe, un avvocato e una maga sud americana, sarebbero stati in realtà attori ingaggiati per recitare un copione.
Lo sgomento che suscita questa notizia è superato solo dallo stupore per l’incomprensibile estraneità ai fatti che mostra la redazione di “Striscia la notizia”
A sostenere questa sensazione non tarda ad arrivare la risposta dei due inviati nella quale dichiarano che i servizi in questione gli erano stati commissionati proprio dai produttori del programma.
Ben presto la situazione finisce in un uno scarica barile in cui lascia sgomento il fatto che in entrambe le versioni sostenute non vi sia colpa o responsabilità alcuna in ogni caso.
Anzi da un lato ci sarebbe l’ipotetica notorietà da attori di Fabio e Mingo mai dichiarata nei loro servizi e dall’altra la completa estraneità ai fatti della redazione di “Striscia la notizia” .Questa confusione sembra alimentata apposta per farci dimenticare che la vera parte lesa sono i telespettatori.
Se non fosse che il mio è solo un piccolo blog lo prenderei come un’attacco alla credibilità di quanto scrivo considerando quello che avevo espresso in questo post.
Ironicamente mi sentirei di dire che ci voleva la mia sottoscrizione a molti servizi di striscia perché uscisse fuori che c’è ne sono alcuni falsi. In tal senso allora il mio post è stato efficace.
E’ chiaro che, chi mi conosce, sa che mi riferivo al senso di quei servizi, anche perché non ho modo e tempo di verificarli tutti.
Ad ogni modo i due imputati sembrano proprio non riconoscersi come tali, senza troppo scusarsi e dimostrare il minimo rimorso per l’accusa di simulazione di reato, concentrandosi invece sulla contestazione della legittimità del licenziamento da parte di Rti.
Dopo questi fatti mi domando che razza di ipocrisia e che tipo di compromesso tiene ancora in considerazione del pubblico i soggetti coinvolti in questa storia. Che razza di rapporto di fiducia può esserci verso questi tipi di programma. Persone che cambiano ruolo e professione secondo la loro convenienza e regie distratte che non se ne accorgono. Tutto questo è un’offesa alla nostra intelligenza. Visto le dichiarazioni e la poca trasparenza in merito a questa vicenda e visto la tolleranza che la gente dimostra verso questi episodi non mi stupirei se un giorno Mingo e Fabio tornassero a lavorare nel famoso tg Satirico di Rti facendo le stesse cose che facevano prima.
Per adesso sembrerebbe che siano rimasti comunque nell’ambiente gestendo una rubrica su Telenorba.
Nonostante i comportamenti scorretti  le persone che ne sono artefici sembrano non subirne mai una unanime condanna popolare. Non se ne parla in alcuni casi, si fa finta di niente in altri, si trovano deboli giustificazioni e scuse in altri ancora.
A tal proposito volevo quindi ricordare un’altro episodio eticamente e umanamente scorretto adottato dalla conduttrice Barbara D’Urso almeno secondo le notizie pubblicate in base alle intercettazioni.
E’ dell’ottobre 2015 la notizia che alcuni familiari di Veronica Panarello, la mamma accusata di aver ucciso il figlio Loris Stival, avrebbero percepito dei compensi anche in denaro per rilasciare interviste. Le trasmissioni interessate sarebbero principalmente quelle della mediaset e in particolare “Domenica live” la cui conduttrice Barbara D’Urso avrebbe pattuito compensi con Carmela Anguzza e Antonella Panarello rispettivamente la mamma e sorella di Veronica.
Questo comportamento è più grave di uno sciacallaggio mediatico visto che la D’Urso non solo paga per delle interviste ma suggerisce, per non dire impone, anche cosa dire. Cioè suggerisce a Carmela Anguzza di dire che ha visto la figlia e che questa guardandola negli occhi le ha detto che è innocente. Continua poi la D’Urso sostenendo che devono rimanere sul pezzo altrimenti l’opinione pubblica si convince che Veronica è colpevole.
Questo quanto appreso dal giornale “il Fatto Quotidiano”
Non si tratta solo di sciacallaggio perché altrimenti alla D’Urso sarebbe bastato che le interessate fossero venute in trasmissione e anzi una mamma che avesse accusato  la figlia sarebbe stato come l’uomo che morde il cane, avrebbe fatto più notizia. Qui invece si paga per sostenere esattamente l’opposto. Perché? Che interesse ci può essere dietro. In molti se ne sono accorti, era fin troppo evidente che la mamma e la sorella di Veronica avessero improvvisamente e completamente cambiato opinione su di lei.
Se Veronica Panarello è colpevole o innocente non lo decide certo una trasmissione televisiva o no?
Questa è la domanda a cui noi tutti dovremmo rispondere.
Quanto sproporzionato è l’ego di una persona che riduce la giustizia ad una semplice questione di persuasione.