lunedì 28 febbraio 2011

Wikileaks

E' doveroso parlare della tendenza crescente negli ultimi anni dell'opinione pubblica di non fermarsi all'apparenza ed arrivare quanto più possibile al nocciolo delle questioni.

Sensazione che trova forse il suo primo riscontro nella nascita del sito wikileaks che è un'evento straordinario della nostra epoca.

Il sito nasce ufficialmente nel 2007 e raggruppa una grande quantità di informazioni classificate nella maggior parte come segrete.

Anche se ci sono molte informazioni, spesso se ne prendono in considerazione solo alcune facendo apparire tutto il sito come fidelizzato a qualcuno o a qualcosa.

Ma wikileaks nasce soprattutto dal neologismo wiki di un sito aggiornato dai suoi utilizzatori che in questo caso restano anonimi per evidente necessità.

Si offre cioè uno spazio garantito, come la definizione di giornalismo dovrebbe pretendere, a tutti coloro che, in possesso di notizie rilevanti anche a livello internazionale vogliono portarle a conoscenza di tutti senza che vengano strumentalizzate o trasformate in propaganda.

Da quanto si apprende sul sito wikileaks è un'organizzazione che si ispira all'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo in cui si afferma che ogni individuo ha diritto alla libertà di avere opinioni senza interferenze e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo senza riguardo a frontiere.

Questo viene fatto pubblicando solo la notizia e il relativo materiale originale lasciando agli utenti la libertà di farsi un'idea propria.

Il tutto nasce dall'esigenza di incoraggiare un cambiamento nei media mondiali sempre meno indipendenti e sempre più asserviti a governi, aziende e altre istituzioni.

In alcuni casi specie per i cable sulla diplomazia delle ambasciate ci si è stupiti per la banalità delle argomentazioni ma non tale in effetti da concederci il diritto di esclamare "già si sapeva".

Ma su wikileaks non c'è solo la diplomazia delle ambasciate ma molto altro materiale che forse scoraggia ulteriori approfondimenti in chi ha una congenita avversione verso la lingua Inglese.

Non è remota tuttavia la possibilità che alcuni siti e associazioni nascano con il solo scopo di censire chi è a conoscenza o in possesso di realtà e informazioni che se denunciate porterebbero alla luce cospirazioni internazionali volte al controllo dei popoli piuttosto che al loro benessere.

L'unica obiezione, se può considerarsi tale, che vorrei fare è che il sito wikileaks offre una visione di poteri frammentati che di volta in volta collaborano fra di loro in funzione di interessi e convenienze mentre tutto lascia intuire che, specialmente negli ultimi decenni, il potere ha subito un forte accentramento a livello globale con regole esclusivamente capitalistiche ed in nome di un'ideologia ben precisa e condivisa, che mira a sovvertire i diritti e i valori fondamentali in cui si identificano tradizionalmente i popoli.

Questa è la mia sensazione del sito ma non avendo letto tutti i cable può essere anche dettata da una massiccia propaganda mediatica.

Dubitare fa sempre bene ma ricordiamoci anche che vivere nell'idea che tutto è marcio rischia di non farci riconoscere qualcosa di genuino quando lo vediamo.

Ignorare quello che potrebbe aiutarci sarebbe un'errore imperdonabile.

Recente è la notizia che il tribunale di Londra ha concesso l'estradizione per il fondatore di wikileaks, Julian Assange, accusato in Svezia di reati sessuali.

Le accuse arrivano all'indomani di numerose pubblicazioni scottanti su wikileaks che rendono leggittimo il sospetto di una manovra per riportare Assange negli Stati Uniti dove è già stato arrestato Bradley Manning il ventiduenne analista dell'intelligence sospettato di aver passato il video Collateral Murder con cui volevo concludere questo post.

L'intero filmato lo trovate a questo link http://www.collateralmurder.com/



Volevo però fare solo un'appunto.

Questo video è un documento importante ma spero che non provochi l'effetto opposto all'idea che ispira il sito wikileaks.

Spero davvero che tutti quei cronisti che si sono sempre adoperati per raccontarci i fatti in teatro di guerra non cedano all'interpretazione possibile di questo filmato come deterrente al proprio lavoro.