sabato 29 maggio 2010

Gli intercettati

Da lunedì sarà discusso in aula del Senato il ddl sulle intercettazioni che per l'assurdità di alcuni suoi punti e per lo sgomento che lascia mai ci saremmo augurati che arrivasse fino a questo punto.

Al di là del mare di parole è evidente che quando si decretano sanzioni pesanti per chi ha il dovere di informare e si limitano gli strumenti di chi ha il dovere di agire l'intento di difendere la privacy perde davvero ogni credibilità.

Sono tanti infatti i punti che lasciano perplessi dalla durata massima di 75 giorni per l'intercettazione, alla sua autorizzazione concessa non più dal gip ma da un tribunale di tre giudici ai quali il magistrato dovrà fornire gravi indizi di colpevolezza.

Vale a dire che lo scopo deve essere fornito prima dello strumento per raggiungerlo.

Vengono introdotte e inasprite le sanzioni che prevedono il carcere fino a due mesi o un'ammenda dai quattro ai ventimila euro per chiunque pubblichi anche per riassunto atti processuali prima della conclusione delle indagini preliminari che possono durare anche alcuni anni. Stessa regola vale anche per atti non coperti da segreto d'inchiesta ma non più divulgabili.

Sanzioni pesanti anche per gli editori che rischiano fino a 464.000 euro per lo stesso motivo.

Anche se questo ddl si propone come freno ad un eventuale pericolo di degenerazione dell'informazione e tutela della privacy continuando a leggere tra le righe si scopre che non solo prende a pretesto pericoli, poco fondati in alcuni casi e già ampiamente consolidati da anni in altri, ma non si limita nemmeno a rimanere in quell'ambito visto che riguarda anche chiunque "fraudolentemente effettui riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette " che "è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni"

Questo punto lascia davvero una grossa interpretazione perché punisce a priori il solo atto senza considerarne le motivazioni e il contesto.

Il termine fraudolento ne attribuisce sempre e comunque una valenza negativa anche quando ad esempio potrebbe capitare di registrare di nascosto qualcuno che ci minaccia.

Il caso D'Addario per la debolezza delle accuse fatte, dopo un' iniziale fase di indignazione, è diventato per molti un'atto eccessivo che ha fornito il pretesto per introdurre questa nuova aberrante norma.

Ma quando si pensa di aver toccato il fondo si scopre che c'è sempre chi continua a scavare.

Questo ddl sulle intercettazioni infatti definisce anche una sorta di immunità quando viene specificato che se si intercetta anche indirettamente un onorevole sarà comunque obbligatoria l'autorizzazione della Giunta di Camera o Senato.

Inutile citare fonti anche perchè le cose sono in continuo aggiornamento e nelle ultime settimane sono state fatte alcune modifiche che cambiano di poco il senso di tutta la legge.

I gravi indizi di colpevolezza sono infatti diventati gravi indizi di reato e vengono ammesse le riprese e le registrazioni "fraudolente" se effettuate ai fini di cronaca dai giornalisti professionisti iscritti nell'albo professionale.

Magra consolazione se si pensa che un cittadino qualunque non potrà registrare ad esempio le conversazioni del suo estorsore.

Inoltre cosa ben più grave è una delle modifiche degli ultimi giorni che prevede l'esclusione dall'obbligo di arresto in fragranza per i reati di pedofilia nei casi di minore gravità.

Ma si potrebbero fare mille esempi di come questa legge definisca una forte discrezionalità delle intercettazioni e quindi delle indagini.

Basti pensare che non si potrà fare uso delle intercettazioni per reati di pena inferiore a cinque anni.

Proprio nel momento in cui il mondo dell'informazione e della comunicazione è in gran fermento, quando sempre più spesso c'è chi prova a smarcarsi da retoriche e linee edittatoriali arrivano manovre che chiudono a priori il minimo spunto di discussione.

Controllare cosa intercettare e cosa pubblicare vuol dire controllo sulla giustizia e sull'informazione ma spesso ci si sente dire che tutto sommato questa legge non cambierà nulla.

Ma allora perché e per chi è stata fatta?