venerdì 22 agosto 2008

Giochi di parole

Volevo soffermarmi sul servizio di un tg andato in onda a metà luglio e approffittarne per utilizzarlo come esempio di come spesso l'informazione si può subire piuttosto che ricevere.
Nel servizio che troverete alla fine del post omettendo le parole "Presidente dell'Autorità" e sostituendo a "nelle" con "per" si tende ad insinuare un concetto in contrasto con la democrazia in cui questo paese si vanta di vivere.
Chiamarlo infatti "Garante per le Comunicazioni" è ingannevole perchè lascia intendere che garantisca esclusivamente gli interessi dei gestori dei mass media, piuttosto che degli utenti.
Il garante è Il Presidente di un'Autorità per le Garanzie nelle Comunucazioni nominato con decreto dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio(che non dovrebbe avere 3 televisioni) d'intesa con il Ministro delle Comunicazioni e previo parere delle competenti Commissioni parlamentari che esprime la volontà di un organo dello Stato pagato da tutti i contribuenti e che quindi è tenuto a tutelare sia la corretta competizione degli operatori sul mercato ma soprattutto i consumi di libertà fondamentale dei cittadini utenti.
Ho voluto mettere in risalto questo aspetto tendenzioso che si verifica sempre più spesso nei mass media che può sembrare innocuo e casuale ma può diventare devastante se milioni di italiani dopo aver visto il servizio pensassero solo minimamente di non esercitare il proprio diritto alla critica perchè c'e un garante per le comunicazioni che lo impedisce. E' per questo motivo che invito tutti a contestare tramite agenzie, email e lettere individuali le omissioni, censure, false informazioni o doppi sensi, insinuazioni, stessi simboli nomi e colori ripetuti occultamente e troppo eccessivamente su tutte le reti televisive o giornali, che mettono in discussione la spontaneità dei palinsesti e delle testate e che minacciano l'obbiettività e il diritto all'informazione degli utenti affinchè la tv non diventi, se non è troppo tardi, l'intrattenimento del pensiero.
Se non avrete risposta alle vostre domande forse questo diritto vi è stato gia revocato sotto i vostri occhi.
Inoltre il cessato duopolio o meglio monopolio di Corrado Calabrò somiglia più ad un cessato allarme che lui e chi prima di lui avrebbe dovuto del tutto evitare per adempiere ai doveri a cui l'autorità è preposta.
Ma l'allarme è veramente cessato? Per questo vi rimando a questo interessante articolo.
Il servizio nel Tg5 del 15/7/2008 è questo per adesso a meno che la mediaset non decida di censurare se stessa, il proprio archivio e la nostra memoria.

Nessun commento: