venerdì 11 marzo 2011

Informazione e propaganda

Come ci si poteva immaginare anche in vista delle prossime elezioni amministrative si crea il solito problema su che cosa sia la par condicio e come farla rispettare.

In merito mi ero già fatto un'idea con questo post ed è rimasta tale.

Attualmente però le proposte di "indirizzo del pluralismo" fatte dal senatore Alessio Butti del Pdl in commissione parlamentare di vigilanza Rai superano ogni immaginazione.

Si è passati dal congelamento di otto giorni degli argomenti trattati da una trasmissione al contraddittorio per la satira finendo in bellezza con l'alternanza dei conduttori.

La legge n. 28/2000 impone la par condicio nei programmi di comunicazione politica ma oggi, per la densità e l'importanza di notizie ed eventi che emergono in tempi sempre più brevi, di politica non si smette mai di parlare.

E' inevitabile quando vengono compiuti atti o proposte leggi che mettono in discussione autonomie e principi fondamentali.

Inoltre dobbiamo immaginare che le "comunicazioni politiche" fino ad ora siano stati i talk show visto che a questi in particolare si rivolgono le proposte del senatore Butti.

Ma se vengono fuori notizie che riguardano politici e che vanno a favore o sfavore di questo o quel partito perché non bisogna prendere in considerazione che si tratti di informazione.

Certo poi se ne può discutere la faziosità, insistenza e strumentalizzazione ma il concetto di informazione deve essere ribadito per non essere gradualmente dimenticato.

Ma in questo sistema si è tralasciato come al solito la variabile più importante il pubblico al quale purtroppo lo si fa il servizio piuttosto che fornirlo.

Ormai viene diffusa questa idea del telespettatore ignorante che ha bisogno di essere educato senza avere voce in capitolo ed allora improvvisamente scompare l'auditel e l'unico dato che ci arriva è dalla conduttrice del grande fratello quando afferma che :

"il cinquanta percento degli italiani ha votato per"

Sapevo che il reality fosse molto popolare ma non fino a questo punto.

Il cordone che lega la politica alla Rai forse è questo il corto circuito che immobilizza il nostro paese perché è difficile fare gli elettori quando la scelta è manipolata dagli eletti.

Possibile che la commissione di vigilanza Rai offra soluzioni per un problema che da tempo avrebbe individuato se solo si fosse guardata allo specchio.

Invece di intimidire l'agcom si dovrebbero creare i presupposti perché lavori serenamente a garanzia di tutti.

Ma non voglio dilungarmi tanto in questo post perché preferisco dedicarmi ai prossimi che scriverò visto che certe iniziative nascono anche per occupare inutilmente parte del nostro tempo.

L'interrogativo però rimane che cosa si inventeranno per le prossime elezioni amministrative comunali.


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