venerdì 9 aprile 2010

Un pessimo paragone

L'ultima parola a volte è quella fuori luogo e nell'omonimo programma andato in onda il 2/4/2010 Rai 2 vengono sacrificati principi e valori in nome di una pseudobbiettività altamente influenzata dall'ideologia leghista.

Non può essere altrimenti quando la premessa di tutto il programma è un'Italia dai colori nazionali stravolti e riutilizzati per mettere in risalto un nord verde che sovrasta il centro e il sud.

Quando si incontra il favore della gente il rischio di scivolare in una visione deviata dall'egocentrismo diventa molto alto.

Quello che a me però interessa mettere in risalto è la continua contrapposizione che viene mantenuta tra nord e sud e non solo certo in quest'occasione perché anche se un partito non compare ufficialmente in tv fa ugualmente propaganda quando un presentatore, abusando del suo ruolo, orienta gli argomenti secondo un solo punto di vista politico.

Viene purtroppo ormai rilanciata da anni l'idea di un sud sfaticato e complice della mafia che mortifica puntualmente chi lavora e la combatte o l'ha combattuta in passato dando l'impressione che il riscatto dovesse arrivare solo ed esclusivamente dalla gente sul territorio senza l'aiuto dello Stato come se quella stessa gente fosse l'unica responsabile della condizione in cui è.

Collusione, compromessi e ricatti scompaiono di colpo.

Questa visione semplicistica non serve a nessuno se non a promuovere l'idea di un nord ineccepibile e produttivo che copre e scoraggia allo stesso tempo l'approfondimento di eventuali problematiche sociali e illegalità che sicuramente ci sono anche in quelle regioni.

Se colpiscono gli episodi di malasanità al sud dovuti alle truffe, alla corruzione ed all'incompetenza altrettanto gravi sono quelli accaduti al nord come ad esempio nella "clinica degli orrori " Santa Rita dovuti ad un'atteggiamento decisamente criminale.

All'epoca della sua pubblicazione il libro Gomorra di Roberto Saviano ebbe un grande successo perché in quel contesto per la prima volta qualcuno aveva avuto il coraggio di rompere quella ipocrisia mista a paura e omertà esponendo esplicitamente una realtà innegabile ma della quale fino a quel momento si era poco discusso.

Estendere quella realtà anche a chi si sforza tutti i giorni di non farne parte è sleale.

Nel bel mezzo della puntata viene data la parola ai lavoratori della Fiat di Termini Merese ma l'invito mostra tutti gli aspetti di un'agguato visto che arriva dopo una carrellata di piccoli imprenditori del nord che soffrono disperatamente la crisi.





Un pessimo paragone.

Questo accostamento fa sembrare la protesta di Termini Merese eccessiva e superflua e di riflesso rende più accettabile il rischio di fallimento dei piccoli imprenditori prendendo sostanzialmente in giro sia gli uni che gli altri cosa che un pezzo satirico non potrebbe mai fare.

Dico questo perché per anni entrambi hanno pagato le tasse e il risultato è il rischio di essere abbandonati a se stessi a differenza di chi le ha sempre evase.

Non fa parte forse la lega di quella maggioranza di governo che ha approvato lo scudo fiscale che sana capitali anonimi tassandoli al solo 5%.

Una vera e propria apologia del riciclaggio, un istigazione all'evasione fiscale, ma non mi risulta che qualcuno della lega si sia mai indignato per questo.

Inoltre come si può paragonare artigiani e piccoli imprenditori ad una multinazionale come la Fiat che dopo aver beneficiato come tutte le aziende automobilistiche del contributo per la rottamazione chiude fabbriche giustificandosi con incomprensibili strategie di mercato.


Cos'è questo direte voi?

In merito è stata fatta un'interrogazione parlamentare dalla risposta poco esaustiva e non convincente nello giustificare gli intenti e le modalità.

Una portaerei varata in piena crisi impegnata per giorni a scattare foto mentre vengono montati metaldetector negli aeroporti è quantomeno inconsueto.

Inoltre essere certi che in quei giorni non vi sarebbero stati attentati è come essere certi dei giorni in cui ci saranno.

Non si può considerare il costo della forza lavoro a livello locale rispetto ad una grande azienda che ha mercato in tutto il mondo perché in quel caso e senza un minimo di etica si rischia davvero di promuovere l'idea che la manodopera più conveniente possa essere intravista nei bambini che cuciono palloni.

Il ministro Zaia ha preso una posizione riguardo agli ogm che ci auguriamo non sia stata solo propaganda perché le ideologie e i partiti non contano quando viene messo in discussione lo stato di diritto.

Dall'Europa ogni tanto arrivano decisioni strampalate e quella che da il via libera alla coltivazione degli ogm è arrivata in piena campagna elettorale.

Il rischio è che il disappunto apolitico per questa decisione si sia convogliato in un solo partito politico che fa parte di una coalizione che vorrebbe al contrario promuovere gli ogm.

La recente vittoria di Zaia in Veneto inoltre alimenta la giusta polemica sul doppio incarico che potrebbe portare eventualmente alle dimissioni del neoeletto Presidente della Regione da Ministro e da tutti i propositi e le promesse annunciate con quella carica.

Anche se non è ben chiara l'origine si avverte una certa destrezza che penalizza chi è contro gli ogm e contro l'accentramento di potere costringedoli a scegliere o l'uno o l'altro.


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