domenica 14 marzo 2010

OGM, il brevetto di Dio

E' di questi giorni la notizia che la Commissione Europea ha deciso di dare il via libera alla coltivazione, per scopi industriali, della patata geneticamente modificata Amflora della compagnia chimica Basf e all'utilizzo di tre specie di mais ogm della Monsanto.

Il provvedimento, di eccezionale importanza, che sembra voler mettere fine ad un embargo precauzionale in vigore da dodici anni, rompe gli indugi un po' troppo superficialmente ed arriva come una doccia fredda in un clima di completa disinformazione e confusione alimentata anche da servizi come questo del tg5 andato in onda il 3 marzo alle 13.00

Nella seconda parte durante le interviste si da' per scontato che gli ogm finiranno prima o poi nei nostri piatti ma forse non è questa una questione di forma ma è proprio che la rassegnazione e la reverenza sono requisiti indispensabili per lavorare in certi ambienti.

Ma andando oltre possiamo notare che in tutto il servizio per quanto si siano sforzati di informarci hanno purtroppo dimenticato di nominare la parola brevetto e tanto meno di spiegarci in che modo si riallaccia agli ogm di certe società che sono il perfetto opposto dei cibi biologici.

La ricerca è assodato deve andare avanti indipendentemente e senza troppi impedimenti ma le modalità con le quali vengono impiegate le scoperte riguardano tutti noi nel caso in cui ci fosse solo il minimo sospetto che possano nuocere alla salute umana.

La patata generalmente ha un alto contenuto di amido composto per il 20% di amilosio e per l'80% di amilopectina. Quest'ultima viene utilizzata per la produzione di carta, adesivi e nell'industria tessile sfruttando la sua caratteristica di addensante.

Non sono ne chimico ne biologo ma ho appreso queste nozioni proprio dal sito della Basf dove dicono che nella patata Amflora il gene dell'amilosio viene disattivato perché gelificando rallenta i processi industriali richiedendo un lungo pretrattamento.

Il risultato è una patata il cui amido è formato al 100% da amilopectina.

Quello che non viene detto sul sito è che per raggiungere questo scopo è stato utilizzato un gene marcatore chiamato nptII che conferisce resistenza a due antibiotici aminoglicosidici, la kanamicina e la neomicina e che, come affermano Adiconsum Coldiretti e ricercatori, questa resistenza potrebbe essere trasferita alla flora batterica dell'intestino umano se ci nutrissimo di animali a cui è stato dato come mangime la patata Amflora ed è proprio questo il secondo utilizzo previsto nella richiesta fatta dalla Basf all'UE come si legge sempre nel loro sito.

E' proprio l'Efsa affermando che "la probabilità che il gene nptII si trasferisca dalla pianta ai batteri è molto bassa" ad ammettere indirettamente che il rischio c'è.

Quest' ogm inoltre viene venduto senza intermediari direttamente agli agricoltori con i quali stipulano un contratto in cui si attua un "sistema di conservazione d'identità" che segue il prodotto dalla coltivazione alla raccolta, un vero e proprio copyright.

In tutto questo, considerando il susseguirsi di proclami buonisti in questi giorni, non riesco davvero a trovare un elemento che sia utile per aiutare a combattere la fame nel mondo a meno che i popoli sfruttati e affamati non inizino a nutrirsi di carta dopo aver aspettato il tempo necessario affinché scada il brevetto.

Ancora una volta si sfrutta la sensibilità della gente per giustificare l'introduzione di un prodotto che non solo arricchirà esclusivamente chi lo produce ma introdurrà come un cavallo di troia l'idea che l'ignoto dal quale proveniamo possa diventare proprietà di qualcuno solo perché ha avuto l'idea di modificarne un pezzo.

Non si può non nutrire qualche timore visto i precedenti di altre società come la Monsanto e del suo seme terminator e la sempre maggiore diffusione di intolleranze alimentari di cui alcune gravi come la celiachia che alimentano il presentimento che qualche modifica genetica abbia già fatto i suoi danni.

Ancora nulla è definitivo visto che la stessa Commissione Europea ha anche annunciato l'intenzione di presentare entro l'estate una proposta per far decidere liberamente ai singoli Stati membri se coltivare o meno OGM sul proprio territorio.

A tal proposito importante è la posizione del ministro delle politiche agricole Luca Zaia che ha espresso l'intenzione di avviare la procedura per richiedere alla Commissione europea la clausula di salvaguardia con cui bloccare la commercializzazione e la coltivazione della patata ogm nei nostri territori.

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